Messer Messier, cataloghiamo i corpi celesti?

Avete mai sentito parlare del catalogo Messier? O avete mai visto il nome di un corpo celeste e a fianco magari scritto M25?

Quella M indica che fa parte del catalogo Messier che fu scritto da indovinate un po’… Charles Messier.

Charles è nato a Badonviller (una cittadina francese) il 26 giugno 1730 e morto a Parigi il 12 aprile 1817.

Messier era un astronomo francese che studiava e osservava soprattutto le comete. Era il decimo di dodici fratelli e i suoi genitori morirono quando aveva undici anni. Dieci anni dopo si trasferì a Parigi dove venne assunto da un altro astronomo che aveva un osservatorio privato. Il compito di Messier era tenere il registro di tutte le osservazioni di Joseph Nicolas Delisle, ma soprattutto di copiare due mappe: una della Grande Muraglia Cinese e l’altra di Pechino. Lavorando in un osservatorio la sua passione per l’astronomia (molto più rudimentale di adesso) si riaccese e Delisle gli insegnò a usare tutte le strumentazioni e Messier cominciò di nuovo ad osservare il cielo. Era il periodo del 1750 e tutti gli astronomi di tutto il mondo erano concentrati sulla prima apparizione della Cometa di Halley. Si era già vista alcune volte prima, ma dato che era una normale cometa, nessuno la cercava. La cometa in questione si era vista anche 33 giorni prima del perielio e Delisle calcolò la rotta e, con l’aiuto del telescopio, riuscì a vederla prima. Nel frattempo Messier aveva fatto una mappa celeste con disegnate sopra le traiettorie che Delisle aveva previsto.

Messier fu il primo a vedere la Cometa di Halley in tutta la Francia, riuscì a vederla 50 giorni prima del perielio anche se non con poche difficoltà. Piccolo particolare che fortunatamente (per Messier) non si diffuse: un contadino della Sassonia vide la cometa casualmente 1 mese prima di Messier e poi dopo alcuni giorni si vide anche in tutta la Germania. Fortunatamente la notizia non arrivò sino in Francia.

A un certo punto un certo Johann Tobias Mayer scrisse a Delisle che la prima volta la cometa era stata avvistata in Germania e allora Delisle decise di divulgare la notizia dell’avvistamento di Messier, anche perché non credeva alla storia del contadino fortunato.

Messier aveva già osservato altre comete prima di allora e aveva già fatto delle osservazioni niente male, ma le sue scoperte non furono mai pubblicate. Questo successe anche per un’altra cometa che Messier osservò in seguito. Ma la cosa strana è che Delisle non usava le informazioni che raccoglieva Messier.

Anni addietro Messier aveva scoperto una cometa che fu fondamentale per lui. Ma perché?

Perché questa cometa passò attraverso una nebulosa: la nebulosa M1 (che è quella del Granchio). Infatti il 12 settembre di quell’anno Charles iniziò il Catalogo Messier.

Nel frattempo Delisle abbandonò la sua carriera e andò a fare la carità. Con il campo libero Messier potè fare le sue osservazioni senza tenerle nascoste e così per 15 anni scoprì tutte le comete che sorvolavano il cielo di Parigi. Ricordiamo che non si osservavano le stelle con un mega telescopio che puntava da solo le stelle o i corpi celesti. Lì si rimaneva tutta la notte con l’occhio fissato all’obiettivo con un bel po’ d’Attack e qualche giro di nastro adesivo americano. Non era un compito facile, anche perché gli strumenti facevano schifo.

Ma le cose cominciano ad andare per il verso giusto. Messier aveva fondato una specie di società insieme a un suo amico che era molto bravo a calcolare le traiettorie. La cosa funzionava così: Messier osservava e dava i dati delle osservazioni al suo amico che calcolava la traiettoria. Inoltre Messier viene ammesso in praticamente tutte le accademie del mondo tranne una: quella parigina. Gli scienziati parigini lo accusavano di aver osservato troppo il cielo e quindi di aver trascurato la teoria. Ma dopo la morte di Le Caille, Messier diventò il più famoso astronomo di Francia e allora l’accademia parigina lo accettò e guarda caso il primo lavoro di Messier dopo essere entrato nell’Accademia fu il Catalogo di Nebulose e ammassi di stelle che si sono scoperti tra le stelle fisse sull’orizzonte di Parigi. Sì, era proprio questo il titolo del Catalogo Messier nel 1771 e a quell’epoca non c’erano 110 corpi celesti, ma solo 45.

Per un certo periodo di tempo (quello in cui scoprirono Urano) Messier dedicò un po’ del suo lavoro anche ai pianeti esterni del nostro Sistema Solare. Sempre dando tutte le informazioni all’amico (questo amico che si chiamava Bochart de Saron), fece una grande scoperta: Urano non era una cometa, ma un pianeta! La storia è più o meno quella della scoperta dell’America.

Sfortunatamente a Messier capitò un incidente: nel 1781 Messier entrò in una grotta che aveva catturato la sua attenzione… il problema è che questa grotta conduceva a una ghiacciaia: l’astronomo cadde e si fratturò un sacco di roba. Nonostante le cure fornite ci rimise un anno e tre mesi per poter tornare a osservare il cielo. La prima cosa che osservò dopo la caduta fu il passaggio di Mercurio.

Però cominciarono i duri anni della Rivoluzione e l’Accademia delle Scienze fu distrutta. Messier riuscì a farcela, ma dovette comunque attraversare momenti difficili. Gli sfuggì la possibilità di lavorare al sistema metrico internazionale. Malgrado ciò lui scoprì una nuova cometa, e il suo amico riuscì a calcolare la traiettoria due giorni prima che fosse condannato alla ghigliottina.

Messier morì all’età di 86 anni ma senza prima aver finito il suo catalogo. Per lui non era un opera importante: serviva solo a non farsi trarre in inganno. Perché con il suo telescopio alcuni corpi celesti sembravano comete e quindi lui li catalogò. L’astronomo francese che scoprì Urano catalogò migliaia di corpi celesti, ma a quelli catalogati da Messier non diede un altro nome.

A Messier è stato dedicato un asteroide e gli sono state attribuite le scoperte o le co-scoperte di 13 comete.

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