Naufrago in mare!! Anzi, tardigrado

Non so se conoscete la sonda israeliana Beresheet, comunque ecco un riassunto: partenza eccezionale, viaggio eccezionale e tutto eccezionale, però poi si è schiantata sulla Luna. Beresheet conteneva un’enciclopedia di 30 milioni di pagine dove è scritto tutto lo scrivibile della conoscenza umana. L’idea era di far sopravvivere la conoscenza umana anche nel caso in cui la Terra esplodesse eccetera eccetera.

Cosa non così conosciuta: la sonda trasportava anche un’intera popolazione di tardigradi! I tardigradi sono degli animaletti di 1,5 millimetri che possono sopravvivere praticamente a tutto: 10 anni nello spazio, 20 anni senza cibo, 30 anni senz’acqua… tutto questo è un’eredità genetica lasciata da tantissime piante e funghi.

Ecco una foto

State tranquilli: non c’è pericolo che i tardigradi invadano la Luna: sono avvoliti in una super pellicola. Credono che siano sopravvissuti e anche che siano sopravvissute le informazioni contenute nel DVD, cioè l’enciclopedia che conteneva Beresheet.

Ma sì, arriviamo anche noi!

Per non farci mancare la Luna in questa settimana gustiamoci la partenza della sonda indiana Chandrayaan 2!

Avevamo già parlato di Chandrayaan 1 che ha scoperto l’acqua sulla Luna.

La sonda è stata lanciata il 14 luglio 2019 e adesso ha raggiunto la Luna. L’Indian Space Research Organisation ha costruito un orbiter, un rover e un lander.

L’orbiter dovrebbe durare un anno, mentre gli altri due 15 giorni.

Il lander si chiama Vikram, mentre il rover si chiama Pragyam. Vikram ha con sé molti strumenti, eccone alcuni: un sismometro per studiare i piccoli lunamoti, una sonda per studiare le proprietà termiche, un esercito di catarifrangenti per misurazioni precisissime della distanza Terra-Luna…

Pragyam invece ha pochi strumenti che sono: il LIBS che serve per effettuare misurazioni scientifiche ad alta precisione usando lo spettro al plasma e l’APXS che è uno spettrometro che emette particelle e usando “l’eco” di quest’ultime si può vedere la composizione chimica elementare di un oggetto. Piccola nota: è radioattivo.

Ecco anche il LIBS e l’APXS (in quest’ordine)

Buon compleanno a me e a te

Il 20 luglio è una data da ricordare per tutti ma in modo speciale per me: 11 anni fa, nel 2008, io nacqui! Pensate, sono nata il giorno dello sbarco sulla Luna, dieci minuti dopo il primo passo, nell’anno del cinquantenario della NASA. Ma passiamo ad altro. Ho già parlato di questo evento nel mio precedente articolo Happy birthday Apollo 11, ma adesso ne riparlerò dicendo anche altre cose. Preparatevi: articolo lungo (sì, anche più lungo di “Spazio interstellare: ultima frontiera“.)

Di solito si ricordano le missioni Apollo 11 e 13, praticamente il più grande successo e il più grande fallimento del programma spaziale. Anche se Apollo 1 è stato ancora peggio. Ma perché non pensare anche alle altre missioni?

Spero che tutti sappiano la faccenda della Guerra Fredda e della Corsa allo Spazio, anche se dopo che un tizio ha chiesto a un osservazione lunare se la Luna è più grande della Terra…

Comunque io non rispiego tutta la cosa della Corsa allo spazio, vi basti sapere che America e Unione Sovietica cercavano di dimostrare chi era il più forte mandando sonde nello spazio (per le prime “sonda” è un complimento). L’Unione Sovietica stava avendo la meglio e così gli Stati Uniti hanno iniziato questo piano folle. Quindi c’è stato il discorso del presidente Kennedy e sono iniziati i lavori.

La prima missione, che era l’Apollo 1, non ha fatto una bella fine. Nei test è esplosa per via di un corto circuito e i tre astronauti sono morti carbonizzati.

Si passa all’Apollo 2, 3, 4, 5, 6 e 7 che sono stati solo test e si arriva all’Apollo 8 che per primo è partito e ha sorvolato la Luna dando l’OK per procedere. Domanda: perché dovevano dare l’OK? Risposta: perché nessuno aveva mai visto la Luna da vicino e non sapevano com’era, poteva anche essere di formaggio.

Le missioni 9 e 10 fanno la stessa cosa e si arriva a quella che ci interessa: l’Apollo 11.

Per ora non ho specificato tutto, quindi partiamo dall’inizio: ci sono tre astronauti: Michael Collins, Neil Armstrong e Buzz Aldrin. Devono partire per la Luna. Prima domanda: come ci arrivano?

Qui la faccenda si complica, per arrivare alla Luna si usa un razzo. Ma non un razzo qualsiasi, il razzo più grande e potente della storia: il Saturn V. Ci sono un sacco di parti: stadi, motori, rover… ma praticamente niente è dedicato all’equipaggio. 110,6 metri di altezza e neanche 3 per l’equipaggio. Appena lanciato il razzo (da Cape Canaveral) si è staccato il primo stadio, appena arrivato in orbita via il secondo stadio e poi facendo qualche manovra hanno staccato il LEM (il modulo lunare) e l’hanno riagganciato dall’altra parte perché se no avrebbero avuto il LEM sul terzo stadio e non sarebbero riusciti a partire e sarebbe stato molto più difficile farlo allunare. Invece se avessero messo il LEM in posizione subito si sarebbe rotto con l’accelerazione perché i veicoli spaziali sono molto delicati e poi l’aerodinamica avrebbe fatto davvero schifo. Pensate a una lavatrice con delle gambe montata sopra un mega razzo

Comunque una volta eseguite tutte le manovre nell’orbita terrestre gli astronauti partirono per 3 giorni di viaggio verso la Luna. Intanto i compiti non mancavano: anche in quello spazio minuscolo facevano soprattutto video da mandare alla Terra, manutenzione e aggiustamenti orbitali.

Una volta arrivata a destinazione, il Columbia (modulo di comando) fece un paio di giri intorno alla Luna per trovare la giusta rotta e, quando fu sopra il posto prescelto, sganciò l’Eagle (modulo lunare LEM) che atterrò sulla Luna. Qualche piccola complicazione ci fu: per un po’ Mission Control perse i contatti con l’Eagle ma non successe niente di che. Poi ci fu qualche altro problemino come ho già detto nel precedente articolo Happy birthday Apollo 11.

Ma adesso torniamo allo storico momento: Neil Armstrong scende la scaletta e posa il primo piede su un altro corpo celeste!

Questo è un piccolo passo per un uomo, ma un grande balzo per l’umanità.

Di sicuro avrete già visto l’immagine del piede stampato sulla Luna, ma adesso proseguo il racconto. Adesso anche Buzz Aldrin mette piede sulla Luna mentre Michael Collins è rimasto sul Columbia ad aspettare i compagni. In 21 ore, 36 minuti e 20 secondi gli astronauti raccolgono campioni, esplorano la Luna sui rover ed eseguono misurazioni scientifiche che inviano al Columbia che le trasmette a Houston.

Una chicca Neil Armstrong chiese il permesso a Houston di scendere! Sì, perché le gambe del LEM non sprofondarono come dovevano e quindi Neil fece un salto di un metro (niente di che con 0,4 g)

Il LEM riparte verso il Columbia che prende l’effetto fionda del satellite e riparte verso la Terra. Quindi ammara nel Pacifico e vengono recuperati gli astronauti che tornano a Houston. Praticamente è partito un mostro di 100 e passa metri e arriva solo una cosetta di 3 metri scarsi perché nel frattempo il terzo stadio e il LEM sono stati abbandonati nello spazio.

50 anni dopo

Adesso è un anno particolare perché è il cinquantenario di tutto questo e molto di più: è il cinquantenario dell’inizio di una nuova era. Ad esempio oggi è partita la missione sull’ISS di Luca Parmitano che durerà 286 giorni e nel frattempo faranno 205 esperimenti. Quindi auguri!

E la faccenda non è finita qui: praticamente tutti i paesi del mondo vogliono tornare sulla Luna: USA, Cina, Israele, India, Russia, Europa…

Molti contano di tornarci entro il 2024, fra un po’ sapremo la verità.

Inoltre se volete esplorare per bene il nostro satellite e la base dell’Apollo 11 potete guardare Google Moon!

E se volete rivivere quel momento storico potete guardare questo video.

Oppure potete vedere quest’altro video in versione cartone animato in italiano di Google

https://m.youtube.com/watch?v=uzbquKCqEQY&source=doodle-ntp

ASI, spazio tricolore

Ci sono tante agenzie spaziali… praticamente ogni Paese ha la sua, ma onestamente che ce frega di quella neozelandese? Quindi oggi voglio parlare della nostra agenzia spaziale: l’ASI (Agenzia Spaziale Italiana).

A novembre 2018 l’ASI ha compiuto 30 anni!

Vediamo la sua storia! (Preparatevi le risate…)

1988 il governo italiano istituisce l’ASI: si impone 6 obbiettivi: conoscere meglio l’Universo, studiare la Terra dallo spazio, le telecomunicazioni, vivere nello spazio, lo sviluppo dei razzi e la meteorologia.

Gennaio 1991 l’ASI lancia Italsat-1 (il primo satellite per le telecomunicazioni) seguito da Italsat-2.

Ottobre 1992 NASA e ASI collaborano per la prima volta e riescono a mandare in orbita il satellite LAGEOS-2 (prima c’era LAGEOS-1 fato solo dalla NASA nel 1976).

1996 si lancia! Beppo-SAX è una sonda che ha studiato le trasmissioni con la banda X, è rimasto attivo fino al 2003 ed è durato 4 anni più del previsto.

Vorrei poterceli mettere tutti, ma a meno che non abbiate una dozzina di anni a disposizione…

Sappiate che l’ASI ha collaborato a tutte le missioni che sono state lanciate con almeno uno strumento a bordo. È stata la prima nazione oltre agli USA e all’Unione Sovietica ad avere un satellite e ha collaborato con l’ESA nella missione lanciata nel 2004: Rosetta.

La cosa che fa ridere è che, avendo paura di perderla, abbiamo costruito una sonda con il guinzaglio!

Sì, proprio così, una sonda che aveva una corda (non arrivava a terra) che non si saprà mai a cosa servisse… se trovate il perché scrivetelo nei commenti.

Comunque vorrei potervi dire di più ma so che diventerei incredibilmente noiosa e non voglio farvi addormentare.

L’ultima cosa: in Italia è stato fabbricato il 50% dell’ISS tra cui la famosissima cupola e il Nodo 1.

Freccette planetarie

Giochiamo a freccette! Peccato che il bersaglio siamo noi!

E sì, per il 9 settembre 2019 un asteroide chiamato 2006 QV89 ci raggiungerà e forse ci cadrà addosso!

L’hanno scoperto per primi i ricercatori del Catalina Sky Survey nell’agosto del 2006, infatti si chiama 2006 QV89.

È stato inserito nei PHAs (gli asteroidi potenzialmente pericolosi o Potenzially Hazardous Asteroids).

Questo asteroide è monitorato dall’ESA e misura 31 metri circa.

Questo asteroide misura il doppio di quello caduto in Russia nel 2013.

Le possibilità che questo asteroide colpisca la Terra sono abbastanza basse: 0,13%, quindi possiamo stare tranquilli.

Comunque volevate vedere un’esplosione nel cielo? Nel 2029 l’asteroide Apophis sfiorerà la Terra e potrebbe esserci bisogno di contromisure fantascientifiche.

Invece nel dicembre 2018 un asteroide di 1,6 km è passato molto vicino alla Terra.

Ma state tranquilli: per creare problemi serissimi (come l’estinzione dei dinosauri) dovrebbe misurare 11-12 km e dovrebbe cadere sulla terra ferma perché se cadesse in acqua farebbe spruzzi alti un centinaio di metri ma niente di più.

No problem quindi, per ora possiamo dormire senza il pericolo imminente dell’estinzione umana.

Tutti a bordo!

Quando spediranno il rover Mars 2020 saremo spediti anche noi! No, in realtà avremo solo il biglietto ma comunque potremo partire! C’è solo un piccolo problema, facciamo due: 1) Come ci stiamo nel rover? 2) Dove cavolo si compra una tuta EVA? Da Decathlon non le avevano!

Oltrepassando questi problemi il nostro nome sarà spedito su una scheda di memoria insieme a tutti gli altri su Marte! Ovviamente a bordo di Mars 2020! Come nome era più carino Curiosity.

Come si fa? Andate su questo link e seguite le istruzioni!

Invia il tuo nome su Marte!

Per chi facesse davvero pena con l’inglese ecco una traduzione

NOME

COGNOME

PAESE

CODICE POSTALE

EMAIL

E poi ci sarà un biglietto in piena regola che potrete

Downloadare

Stampare

Inviarvi per email

Io l’ho fatto!

Consegna gratuita entro 1 giorno (sulle isole e sulla Luna)

La corsa alla Luna è decisamente più affollata dell’ultima volta… Cina, India, Israele, società private e già che ci siamo mettiamoci anche Amazon!

Chi più ne ha più ne metta!

Dopo i successi della SpaceX e delle varie agenzie spaziali il creatore di Amazon, che non voleva essere escluso ha detto: “Perché no? Proviamoci anche noi!” e ha ideato Blue Moon, che, con un aspetto molto simile al LEM dell’Apollo 11, dovrebbe allunare e fondare una base per l’umanità dove stabilirsi… solita musica, si spera che se il design è similissimo a quello dell’Apollo 11, la tecnologia al suo interno sia ben più sofisticata.

Quindi con l’agenzia spaziale privata Blue Origin (di cui il creatore di Amazon è proprietario) Amazon lancia una sfida per conquistare la Luna e ha messo una data di scadenza: il 2024.

Questa storia mi è famigliare… un tizio famoso che impone una data di scadenza davanti a tutti per arrivare sulla Luna per primo partendo da zero…

Forse è il remake della storia dell’Apollo? Sì! Esatto!

Ma non tutti sono felici per questa idea che ha ispirato il multi miliardario… la SpaceX non è d’accordo: anche loro puntano alla Luna e un concorrente in più non è quello che ci vuole!

Presto scopriremo di più

Falcon Heavy: commercialmente riutilizzabile

Oggi la SpaceX ha fatto il primo lancio commerciale (attenzione: non è il primo lancio, ma il secondo. Però questo è il primo che porta un satellite, ricordate la Tesla che viaggiava nello spazio? Quella era una prova) del Falcon Heavy.

Il Falcon Heavy è un razzo interamente riutilizzabile (a differenza del Saturn V) il cui scopo è abbassare i costi per via del fatto che una volta costruito è riutilizzabile all’infinito! (Potrei farci una pubblicità: Falcon Heavy. Una volta costruito è riutilizzabile all’infinito!)

Il lancio è stato rinviato dal 9 al 10 aprile per causa del maltempo, ma alla fine il razzo è riuscito a partire con i suoi 6.000 kg del Arabsat-6A (un satellite per le telecomunicazioni).

I booster del razzo rientrano verticalmente (senza il carburante) nelle zone Landing 1 e 2.

Alto 70 metri riesce a portare fino a 54 tonnellate nell’orbita bassa (160-2000 km) e 22000 kg nell’orbita geostazionaria (36000 km) e questo fa del Falcon Heavy il razzo funzionante più potente al mondo.

Dalla polvere di stelle alla polvere di… comete!

Distruggere asteroidi non è più fantascienza!

La NASA ha progettato Dart una missione che metterà fuori rotta gli asteroidi.

I primi test inizieranno nel 2020.

La possibilità che un asteroide possa distruggere intere città è molto bassa: potrebbe succedere ogni 10.000 anni, ma la NASA si tiene preparata infatti vuole evitare qualunque inconveniente.

Il povero asteroide in questione è Didymos. In realtà sono due: Didymos con 800 metri di diametro e la sua luna, Didymoon, con soli 150.

Su questa missione la NASA deve ancora definire bene i parametri.

Il nome ufficiale dell’asteroide è 65803 Didymos e ha un periodo di rivoluzione di 771 giorni.

Al prossimo aggiornamento allora!!