Perseverance ha perseverato e su Marte è arrivato!!!

Prima di iniziare vorrei solo farvi notare la finezza della rima nel titolo. Ora che avete notato possiamo cominciare.

Perseverance (alias Mars 2020 per chi se lo fosse perso) è partito il 30 luglio 2020 da Cape Canaveral ed è arrivato ieri nel canale Jezero. Credo che tutti sappiate che non si è fracassato al suolo come Schiaparelli, ma è meglio dirlo una volta in più che una volta in meno. Perseverance (facciamo che lo chiamiamo Percy) è un rover che sarà il sostituto di Curiosity.

Passiamo però subito al succo del discorso: l’elicottero. Ammettiamolo, tutti moriamo dalla voglia di vedere un drone su Marte. Almeno, io non vedo l’ora! Non so se avete capito bene: un DRONE su Marte!!!! Il drone è così fatto:

Il mini elicottero di Percy chiamato Ingenuity

Ditemi se non è carino!! Ok, passiamo ai dettagli. Ingenuity è situato sotto la pancia di Percy, può volare a massimo 5 metri dal suolo per un minuto e mezzo a una distanza massima di 300 metri.

Lo scopo di Ingenuity è… beh, non esiste. Serve a dimostrare che si può fare, ma scordatevi immagini dall’alto o altre cose strane. Sappiate solo che ha un’apertura alare di 1,2 metri e pesa 1,8 chili e si orienterà con il Sole. Le eliche gireranno a 3.000 giri al minuto e ha un sacco di pannelli solari. Riassumendo hanno mandato un bellissimo drone-elicottero che non serve a niente se non ha dire: “Però! Non si è ancora schiantato!”.

Vorrei farvi notare cosa succede se si cerca su Google “perseverance marte”…

La festa inizia!

Passiamo a Percy, sperando che sia meno una delusione di Ingenuity…

Percy e i suoi componenti

Percy ha moltissimi strumenti, PIXL serve a decidere che rocce prendere e dove. SHERLOC (nom sono io che nom so scrivere, si chiama così, senza K finale) e WATSON sono degli spettrometri.

Percy è grosso circa quanto una macchina (sta a voi decidere se una 500 o un SUV) e credo che ci farà fare grandi passi avanti.

La prima foto
La prima foto fatta da una telecamera a bassa risoluzione

Dato che non ho assolutamente voglia di stare qui a snocciolare numeri che manco nell’ora di aritmetica parlerò delle 5 cose strane che ora sono su Marte

1) Dei messaggi in codice Morse. Non sono assolutamente una novità e sono presenti in molte sonde. Parlano della nostra specie e della Terra. C’è anche una targa con 3 microchip con i 10 milioni di nomi del programma Send Your Name To Mars e 155 dei nomi candidati Name The Rover

La targa

2) Targa contro il COVID. La pandemia è stata ricordata mediante questa targa

Il bastone di Asclepio, simbolo della medicina

3) La telecamera. C’è un contorno intorno alla telecamera con molte decorazioni che rimandano al nostro pianeta

Due mondi, un inizio

4) Campioni vari. Servono a testare la durata di certi materiali sul Pianeta Rosso

GPS, tessuti di tute spaziali..

5) Un meteorite marziano. Dopo dei viaggi sull’ISS è tornato a casa un meteorite marziano nascosto nella SuperCam

Vista dall’ISS del meteorite

Perseverance ha perseverato e su Marte è arrivato!!!

Prima di iniziare vorrei solo farvi notare la finezza della rima nel titolo. Ora che avete notato possiamo cominciare.

Perseverance (alias Mars 2020 per chi se lo fosse perso) è partito il 30 luglio 2020 da Cape Canaveral ed è arrivato ieri nel canale Jezero. Credo che tutti sappiate che non si è fracassato al suolo come Schiaparelli, ma è meglio dirlo una volta in più che una volta in meno. Perseverance (facciamo che lo chiamiamo Percy) è un rover che sarà il sostituto di Curiosity.

Passiamo però subito al succo del discorso: l’elicottero. Ammettiamolo, tutti moriamo dalla voglia di vedere un drone su Marte. Almeno, io non vedo l’ora! Non so se avete capito bene: un DRONE su Marte!!!! Il drone è così fatto:

Il mini elicottero di Percy chiamato Ingenuity

Ditemi se non è carino!! Ok, passiamo ai dettagli. Ingenuity è situato sotto la pancia di Percy, può volare a massimo 5 metri dal suolo per un minuto e mezzo a una distanza massima di 300 metri.

Lo scopo di Ingenuity è… beh, non esiste. Serve a dimostrare che si può fare, ma scordatevi immagini dall’alto o altre cose strane. Sappiate solo che ha un’apertura alare di 1,2 metri e pesa 1,8 chili e si orienterà con il Sole. Le eliche gireranno a 3.000 giri al minuto e ha un sacco di pannelli solari. Riassumendo hanno mandato un bellissimo drone-elicottero che non serve a niente se non ha dire: “Però! Non si è ancora schiantato!”.

Vorrei farvi notare cosa succede se si cerca su Google “perseverance marte”…

La festa inizia!

Passiamo a Percy, sperando che sia meno una delusione di Ingenuity…

Percy e i suoi componenti

Percy ha moltissimi strumenti, PIXL serve a decidere che rocce prendere e dove. SHERLOC (nom sono io che nom so scrivere, si chiama così, senza K finale) e WATSON sono degli spettrometri.

Percy è grosso circa quanto una macchina (sta a voi decidere se una 500 o un SUV) e credo che ci farà fare grandi passi avanti.

La prima foto
La prima foto fatta da una telecamera a bassa risoluzione

Dato che non ho assolutamente voglia di stare qui a snocciolare numeri che manco nell’ora di aritmetica parlerò delle 5 cose strane che ora sono su Marte

1) Dei messaggi in codice Morse. Non sono assolutamente una novità e sono presenti in molte sonde. Parlano della nostra specie e della Terra. C’è anche una targa con 3 microchip con i 10 milioni di nomi del programma Send Your Name To Mars e 155 dei nomi candidati Name The Rover

La targa

2) Targa contro il COVID. La pandemia è stata ricordata mediante questa targa

Il bastone di Asclepio, simbolo della medicina

3) La telecamera. C’è un contorno intorno alla telecamera con molte decorazioni che rimandano al nostro pianeta

Due mondi, un inizio

4) Campioni vari. Servono a testare la durata di certi materiali sul Pianeta Rosso

GPS, tessuti di tute spaziali..

5) Un meteorite marziano. Dopo dei viaggi sull’ISS è tornato a casa un meteorite marziano nascosto nella SuperCam

Vista dall’ISS del meteorite

Vita? Forse sì!

Siamo vicini a trovare una vita aliena. Chiariamoci subito: non sto dicendo che troveremo strani esseri verdi e mollicci, anche se tutto è possibile.

Il fortunato pianeta è K2-18 b dove abbiamo visto che c’è vapore acqueo nell’atmosfera ed è nella fascia Goldilocks, cioè la fascia abitabile, e quindi potrebbe avere acqua allo stato liquido.

L’unico problema di questo mondo paradisiaco è la vicinanza alla sua stella che è una nana rossa molto attiva. Tutte queste radiazioni potrebbero danneggiare l’eventuale vita presente sul pianeta.

Sfortunatamente questo pianeta dista da noi 110 anni luce.

Mappe marziane

Mappe marziane
La superficie di Marte, una mappa marziana

Come potete vedere, Marte è pieno di crateri, monti e pianure proprio come la Terra! Lo dicono le Mappe marziane.

Ma molte di esse si sono formate in modo molto più brusco delle nostre: ad esempio la Mawrth Vallis si è formata in un solo giorno con una gigantesca alluvione!

Alcuni crateri sono da impatto, perché come sulla Luna, Marte non ha attività vulcanica e quindi i crateri non vengono “riparati” come sulla Terra. Su Marte il dislivello non può essere calcolato con il mare perché è noto che non ci sia. Quindi il dislivello è calcolato con la pressione, sopra i 610,5 Pascal si parla di altitudine e sotto i 610,5 si parla di depressione.

I paesaggi sono molto vari grazie all’abbondanza d’acqua di un tempo. E così possiamo distinguere letti di fiumi, monti, laghi e mari. Anche se l’acqua non c’è più possiamo vedere la roccia che è stata modellata dall’acqua e riuscire a capire molto sul passato del nostro vicino planetario.

Grazie alle mappe marziane adesso ne sappiamo di più.

HD30298Dw2m, perché non l’hanno chiamato Pippo?

Da giugno 2019 fino al 10 ottobre 2019 andando sul sito altrimondi.inaf.it possiamo proporre un nome per la stella e per il pianeta che ci è stato assegnato in quanto stato. Poi dal 20 ottobre al 10 novembre potremo votare tra alcuni nomi già selezionati dall’UAI (Unione Astronomica Internazionale). Il 15 novembre si saprà il nome finale. Il nostro sistema planetario è HD 102195. Noi dobbiamo dare il nome a questo caldo pianeta gassoso e alla sua stella. Quindi diamoci dentro! E non dimentichiamoci di partecipare alla votazione finale! Il caldo pianeta solare assomiglia a Giove, mentre la sua stella è molto diversa dal Sole.

Il nome

Buon compleanno a me e a te

Il 20 luglio è una data da ricordare per tutti ma in modo speciale per me: 11 anni fa, nel 2008, io nacqui! Pensate, sono nata il giorno dello sbarco sulla Luna, dieci minuti dopo il primo passo, nell’anno del cinquantenario della NASA. Ma passiamo ad altro. Ho già parlato di questo evento nel mio precedente articolo Happy birthday Apollo 11, ma adesso ne riparlerò dicendo anche altre cose. Preparatevi: articolo lungo (sì, anche più lungo di “Spazio interstellare: ultima frontiera“.)

Di solito si ricordano le missioni Apollo 11 e 13, praticamente il più grande successo e il più grande fallimento del programma spaziale. Anche se Apollo 1 è stato ancora peggio. Ma perché non pensare anche alle altre missioni?

Spero che tutti sappiano la faccenda della Guerra Fredda e della Corsa allo Spazio, anche se dopo che un tizio ha chiesto a un osservazione lunare se la Luna è più grande della Terra…

Comunque io non rispiego tutta la cosa della Corsa allo spazio, vi basti sapere che America e Unione Sovietica cercavano di dimostrare chi era il più forte mandando sonde nello spazio (per le prime “sonda” è un complimento). L’Unione Sovietica stava avendo la meglio e così gli Stati Uniti hanno iniziato questo piano folle. Quindi c’è stato il discorso del presidente Kennedy e sono iniziati i lavori.

La prima missione, che era l’Apollo 1, non ha fatto una bella fine. Nei test è esplosa per via di un corto circuito e i tre astronauti sono morti carbonizzati.

Si passa all’Apollo 2, 3, 4, 5, 6 e 7 che sono stati solo test e si arriva all’Apollo 8 che per primo è partito e ha sorvolato la Luna dando l’OK per procedere. Domanda: perché dovevano dare l’OK? Risposta: perché nessuno aveva mai visto la Luna da vicino e non sapevano com’era, poteva anche essere di formaggio.

Le missioni 9 e 10 fanno la stessa cosa e si arriva a quella che ci interessa: l’Apollo 11.

Per ora non ho specificato tutto, quindi partiamo dall’inizio: ci sono tre astronauti: Michael Collins, Neil Armstrong e Buzz Aldrin. Devono partire per la Luna. Prima domanda: come ci arrivano?

Qui la faccenda si complica, per arrivare alla Luna si usa un razzo. Ma non un razzo qualsiasi, il razzo più grande e potente della storia: il Saturn V. Ci sono un sacco di parti: stadi, motori, rover… ma praticamente niente è dedicato all’equipaggio. 110,6 metri di altezza e neanche 3 per l’equipaggio. Appena lanciato il razzo (da Cape Canaveral) si è staccato il primo stadio, appena arrivato in orbita via il secondo stadio e poi facendo qualche manovra hanno staccato il LEM (il modulo lunare) e l’hanno riagganciato dall’altra parte perché se no avrebbero avuto il LEM sul terzo stadio e non sarebbero riusciti a partire e sarebbe stato molto più difficile farlo allunare. Invece se avessero messo il LEM in posizione subito si sarebbe rotto con l’accelerazione perché i veicoli spaziali sono molto delicati e poi l’aerodinamica avrebbe fatto davvero schifo. Pensate a una lavatrice con delle gambe montata sopra un mega razzo

Comunque una volta eseguite tutte le manovre nell’orbita terrestre gli astronauti partirono per 3 giorni di viaggio verso la Luna. Intanto i compiti non mancavano: anche in quello spazio minuscolo facevano soprattutto video da mandare alla Terra, manutenzione e aggiustamenti orbitali.

Una volta arrivata a destinazione, il Columbia (modulo di comando) fece un paio di giri intorno alla Luna per trovare la giusta rotta e, quando fu sopra il posto prescelto, sganciò l’Eagle (modulo lunare LEM) che atterrò sulla Luna. Qualche piccola complicazione ci fu: per un po’ Mission Control perse i contatti con l’Eagle ma non successe niente di che. Poi ci fu qualche altro problemino come ho già detto nel precedente articolo Happy birthday Apollo 11.

Ma adesso torniamo allo storico momento: Neil Armstrong scende la scaletta e posa il primo piede su un altro corpo celeste!

Questo è un piccolo passo per un uomo, ma un grande balzo per l’umanità.

Di sicuro avrete già visto l’immagine del piede stampato sulla Luna, ma adesso proseguo il racconto. Adesso anche Buzz Aldrin mette piede sulla Luna mentre Michael Collins è rimasto sul Columbia ad aspettare i compagni. In 21 ore, 36 minuti e 20 secondi gli astronauti raccolgono campioni, esplorano la Luna sui rover ed eseguono misurazioni scientifiche che inviano al Columbia che le trasmette a Houston.

Una chicca Neil Armstrong chiese il permesso a Houston di scendere! Sì, perché le gambe del LEM non sprofondarono come dovevano e quindi Neil fece un salto di un metro (niente di che con 0,4 g)

Il LEM riparte verso il Columbia che prende l’effetto fionda del satellite e riparte verso la Terra. Quindi ammara nel Pacifico e vengono recuperati gli astronauti che tornano a Houston. Praticamente è partito un mostro di 100 e passa metri e arriva solo una cosetta di 3 metri scarsi perché nel frattempo il terzo stadio e il LEM sono stati abbandonati nello spazio.

50 anni dopo

Adesso è un anno particolare perché è il cinquantenario di tutto questo e molto di più: è il cinquantenario dell’inizio di una nuova era. Ad esempio oggi è partita la missione sull’ISS di Luca Parmitano che durerà 286 giorni e nel frattempo faranno 205 esperimenti. Quindi auguri!

E la faccenda non è finita qui: praticamente tutti i paesi del mondo vogliono tornare sulla Luna: USA, Cina, Israele, India, Russia, Europa…

Molti contano di tornarci entro il 2024, fra un po’ sapremo la verità.

Inoltre se volete esplorare per bene il nostro satellite e la base dell’Apollo 11 potete guardare Google Moon!

E se volete rivivere quel momento storico potete guardare questo video.

Oppure potete vedere quest’altro video in versione cartone animato in italiano di Google

https://m.youtube.com/watch?v=uzbquKCqEQY&source=doodle-ntp

Mezza Luna al prezzo di una!

D’accordo, uno sconto non dovrebbe essere così, anche perché se no non è uno sconto. Ma questo 16 luglio abbiamo potuto vedere un’eclissi parziale di Luna. Se ricordate avevo fatto un articolo. Se non vi ricordate pazienza.

Comunque, ironia della sorte, il 16 luglio è il giorno in cui il Saturn V è partito verso una destinazione molto conosciuta…

Le eclissi di Luna funzionano così: la Terra è in mezzo al Sole e al nostro satellite e quindi la Luna non scompare magicamente, ma viene oscurata dalla nostra ombra!

L’apice dell’eclissi è arrivato alle 23:30, ora in cui ho potuto vederla senza problemi.

ASI, spazio tricolore

Ci sono tante agenzie spaziali… praticamente ogni Paese ha la sua, ma onestamente che ce frega di quella neozelandese? Quindi oggi voglio parlare della nostra agenzia spaziale: l’ASI (Agenzia Spaziale Italiana).

A novembre 2018 l’ASI ha compiuto 30 anni!

Vediamo la sua storia! (Preparatevi le risate…)

1988 il governo italiano istituisce l’ASI: si impone 6 obbiettivi: conoscere meglio l’Universo, studiare la Terra dallo spazio, le telecomunicazioni, vivere nello spazio, lo sviluppo dei razzi e la meteorologia.

Gennaio 1991 l’ASI lancia Italsat-1 (il primo satellite per le telecomunicazioni) seguito da Italsat-2.

Ottobre 1992 NASA e ASI collaborano per la prima volta e riescono a mandare in orbita il satellite LAGEOS-2 (prima c’era LAGEOS-1 fato solo dalla NASA nel 1976).

1996 si lancia! Beppo-SAX è una sonda che ha studiato le trasmissioni con la banda X, è rimasto attivo fino al 2003 ed è durato 4 anni più del previsto.

Vorrei poterceli mettere tutti, ma a meno che non abbiate una dozzina di anni a disposizione…

Sappiate che l’ASI ha collaborato a tutte le missioni che sono state lanciate con almeno uno strumento a bordo. È stata la prima nazione oltre agli USA e all’Unione Sovietica ad avere un satellite e ha collaborato con l’ESA nella missione lanciata nel 2004: Rosetta.

La cosa che fa ridere è che, avendo paura di perderla, abbiamo costruito una sonda con il guinzaglio!

Sì, proprio così, una sonda che aveva una corda (non arrivava a terra) che non si saprà mai a cosa servisse… se trovate il perché scrivetelo nei commenti.

Comunque vorrei potervi dire di più ma so che diventerei incredibilmente noiosa e non voglio farvi addormentare.

L’ultima cosa: in Italia è stato fabbricato il 50% dell’ISS tra cui la famosissima cupola e il Nodo 1.

Freccette planetarie

Giochiamo a freccette! Peccato che il bersaglio siamo noi!

E sì, per il 9 settembre 2019 un asteroide chiamato 2006 QV89 ci raggiungerà e forse ci cadrà addosso!

L’hanno scoperto per primi i ricercatori del Catalina Sky Survey nell’agosto del 2006, infatti si chiama 2006 QV89.

È stato inserito nei PHAs (gli asteroidi potenzialmente pericolosi o Potenzially Hazardous Asteroids).

Questo asteroide è monitorato dall’ESA e misura 31 metri circa.

Questo asteroide misura il doppio di quello caduto in Russia nel 2013.

Le possibilità che questo asteroide colpisca la Terra sono abbastanza basse: 0,13%, quindi possiamo stare tranquilli.

Comunque volevate vedere un’esplosione nel cielo? Nel 2029 l’asteroide Apophis sfiorerà la Terra e potrebbe esserci bisogno di contromisure fantascientifiche.

Invece nel dicembre 2018 un asteroide di 1,6 km è passato molto vicino alla Terra.

Ma state tranquilli: per creare problemi serissimi (come l’estinzione dei dinosauri) dovrebbe misurare 11-12 km e dovrebbe cadere sulla terra ferma perché se cadesse in acqua farebbe spruzzi alti un centinaio di metri ma niente di più.

No problem quindi, per ora possiamo dormire senza il pericolo imminente dell’estinzione umana.

Curiosity: scalando il Mount Sharp

Curiosity è un simpatico rover che è stato lasciato nel cratere Gale intorno al monte Sharp.

Da quando è arrivato sul pianeta ha subito scoperto che (quasi) sicuramente in passato c’è stata almeno della vita batterica, e forse c’è anche adesso!

Comunque la scienza ha fatto passi da gigante dall’ammartaggio del 5 agosto 2012!

Perché proprio il Mount Sharp? Scalare il Monte Olimpo, che è vulcano e monte più alto del Sistema Solare, sarebbe stato molto più memorabile… ma gli scienziati se ne sono fregati bellamente dei record e hanno scelto il monte Sharp perché era come un libro aperto con su scritto tutta la storia completa di Marte! Prospettiva interessante!

Quindi non potevano depositarlo sul cocuzzolo della montagna con la neve alta così scivoliamo con gli sci (canzone, nel caso non lo sapete) soprattutto perché sarebbe stato molto più difficile farlo ammartare e poi avrebbe letto solo l’ultimo capitolo della storia di Marte!

Il Mount Sharp è alto 5,5 km che si trova qui

Come avrete intuito la X rossa è la posizione approssimativa del Monte.

La scoperta più affascinante di Curiosity è il fatto che ha ritrovato del metano nell’atmosfera, ma il punto è che il metano viene prodotto solo dall’attività vulcanica o dalla vita e rullo di tamburi… non risulta esserci attività vulcanica su Marte!

Comunque Curiosity è quasi arrivato!