Robot spaziale!

Ebbene sì, dopo le scimmie, i moscerini, i gatti… abbiamo mandato nello spazio anche un robot! Il primissimo robot sulla ISS! Ripeto il primo robot sulla ISS!! Novità assoluta!

Il nome ufficiale è Skybot-F850, ma sulla ISS lo chiamano tutti Fedor. Non chiedetemi perché.

Può fare 46 movimenti anche complessi, il più complesso è quello di avvitare e svitare dei bulloni. A noi sembra una cavolata, ma non è così. Infatti ci vuole della coordinazione occhi-mani per poterlo fare. E la cosa non è così facile da ricreare in un robot.

Insomma, abbiamo fatto un buon lavoro! Anzi l’hanno fatto i russi dato che Fedor è un cosmonauta (astronauta russo).

È il primo robot umanoide ad andare nello spazio. Sicuramente non è un tappetto: è alto due metri! Pesa tanto, 160 kg! Deve mettersi a dieta!

Attenzione, attenzione: la parallasse!!

Allora, voglio essere sincera: su queste cose non ci ho mai capito niente. Quindi cercherò di capirle mentre scrivo questo articolo. Direi di iniziare con la temutissima parallasse! Farete un figurone!

La parallasse può essere sia geocentrica sia annua. Cambia la distanza da cui si guarda un oggetto. Per calcolare la parallasse di un oggetto… un’immagine vale più di mille parole quindi ve lo faccio vedere:

Tornando al discorso di prima la PARALLASSE GEOCENTRICA é quella in cui come distanza tra un punto di osservazione e l’altro c’è la distanza di un raggio terrestre. Quello geometrico, non quello del Sole. Per chi non sapesse che cos’è un raggio è un segmento che unisce un punto qualsiasi della circonferenza al centro.

Per calcolare quella ANNUA viene usato il semiasse maggiore dell’orbita terrestre: anche qui vi faccio vedere un’immagine.

Una stella è a un parsec quando la sua parallasse annua è a un secondo d’arco. Lecita domanda: che diavolo è un secondo d’arco?

Ebbene è un modo di misurare gli angoli:

Se tu prendi un goniometro quei numeri incisi sopra sono i gradi d’arco, un grado può essere diviso in sessanta primi che a loro volta possono essere divisi in 60 secondi d’arco.

60 secondi d’arco = 1 primo

60 primi = 1 grado d’arco

360 gradi d’arco = una angolo giro

Parsec = 1 secondo d’arco = PARALLASSE ANNUA

Qui si conclude la nostra parallepopea.

Gioco spaziale! Stiamo al gioco!

Allora, vi ho consigliato un libro e quindi adesso vi consiglio un gioco. Il gioco in questione si chiama S.P.A.C.E. ed è un gioco di carte molto bello. Il nome sta per Spazio, Pianeti, Asteroidi, Conquiste e Esplorazioni.

Ogni giocatore impersona un’agenzia spaziale queste agenzie spaziali devono andare nei vari pianeti. Per farlo devono costruire dei componenti e costruire la navicella. Ovviamente per ogni pianeta servono componenti diversi, sulle carte componente c’é il numero di carte che bisogna dare per costruire la componente in questione e ovviamente  i componenti per andare nei pianeti più lontani costano di più (come nella realtà). Poi c’è anche la fascia degli asteroidi che dà dei bonus. La scatola sarà 20 cm come lunghezza, 10 cm come larghezza e 5 come spessore.

Dati

Età 8+

Numero giocatori 2-5

Durata media di una partita 20-30 min

Gioco

Sincro passeggiata femminile

Sì, sembra il nome di una disciplina olimpica: Passeggiata femminile nello spazio. Il fatto è che due astronaute, Christina Koch e Jessica Meir, sono uscite contemporaneamente dalla ISS sotto la guida di Luca Parmitano (comandante dell’ISS) per sostituire delle batterie.

La cosa ha fatto molto scalpore perché è stata la prima passeggiata spaziale interamente femminile.

Tra l’altro Christina Koch è un’ottima candidata per la missione sulla Luna del 2024.

Passeggiata femminile

Fino a Marte! Con Starship!

Elon Musk, il fondatore di SpaceX, ha presentato il suo progetto di colonizzazione di Marte: nuovissime navicelle e razzi, che per ora sono solo un prototipo, ma presto potrebbero diventare realtà.

Starship sarà gigantesca: alta 50 metri e con un diametro di 9 sarà costruita in acciaio, molto adattabile nello spazio e riuscirà a portare 150 tonnellate di ossigeno, carburante, cibo e persone. Inoltre avrà 6 motori al fondo per muoversi nello spazio. Ovviamente il booster che spingerà Starship sarà molto potente: ecco che entra in scena Super Heavy! Super Heavy avrà 31 motori, ripeto 31 motori! E sarà alto 68 metri. Più di Starship! Comunque non abbiamo ancora molti dettagli.

Vedremo cosa farà la SpaceX.

Se qualcuno volesse leggersi il tutto in inglese sul sito della SpaceX il link è questo.

SpaceX

LAB: Elettronica spaziale!

Ecco a voi il primo laboratorio di Alispace! Attenzione, un laboratorio elettronico.

In realtà non ho ideato io il laboratorio, ma una certa M. Sandri dell’INAF.

Io l’ho fatto per la prima volta al Festival della Scienza di Genova. Se vi capita andateci perché è veramente spettacolare. Il link è festivaldellascienza.it

Comunque torniamo al nostro laboratorio.

Attenzione: bisogna essere un po’ precisi.

Il laboratorio si chiama “Accendiamo le costellazioni” ed è rivolto soprattutto alle scuole. Loro ti danno un cartoncino specifico, ma si può fare benissimo senza.

OCCORRENTE

Un cartoncino A4

Puntina

Una pila da orologio 3V

Forbici

Nastro adesivo di rame

XMini LED


Questa è la descrizione sul loro sito

Descrizione

Nella prima parte del laboratorio (10 minuti), gli studenti verranno avvicinati alle costellazioni: cosa sono, come si muovono in cielo e qual è la loro utilità in astronomia.

Nella seconda parte del laboratorio (100 minuti), gli studenti realizzeranno il loro paper circuit. Il paper circuit è un circuito elettronico a bassa tensione creato su un foglio di carta usando un nastro conduttivo di rame, LED e una piccola batteria a bottone da 3V. Verrà consegnato loro un cartoncino nero e un foglio A4, ripiegato in due, con stampata la costellazione da realizzare sul fronte del cartoncino nero, la pista elettrica da riprodurre sul retro del cartoncino nero, nonché una descrizione delle costellazione in termini di stelle principali, oggetti interessanti e sistemi planetari, che potranno rivedersi con comodo e approfondire successivamente.
Verrà fornito loro il nastro conduttivo, delle puntine per bucare il cartoncino, un panno lenci su cui appoggiare il cartoncino per fare i buchi, i LED e una pila a bottone da 3V.
Dopo aver descritto come funziona un circuito elettrico, quello che dovranno fare sarà infilare i piedini dei LED nel cartoncino, piegarli e fissarli sulla pista di rame che realizzeranno con il nastro conduttivo sul retro del cartoncino nero. I LED saranno collegati in parallelo e gli studenti potranno controllare passo passo il corretto funzionamento del circuito.


ISTRUZIONI PER IL LABORATORIO ELETTRONICO

Piegate il foglio a metà. Cercate su internet un disegno di una costellazione ad esempio Cassiopea. Sul vostro foglio, in corrispondenza delle stelle fate dei punti di 5 mm di diametro circa e collegateli con delle linee. Se volete potete scrivere il nome delle stelle accanto ad esse. Dietro la metà del foglio fate in corrispondenza i pallini e sia sopra sia sotto disegnate delle linee vicino a quella principale. All’inizio della linea più in alto facciamo un cerchio dove metteremo la pila.

Elettronica

A questo punto dobbiamo prendere le forbici e cominciare a tagliare dei pezzi di nastro di rame da mettere sulle righe che abbiamo fatto. IMPORTANTE il nastro di rame deve andare anche nel cerchio che abbiamo fatto per metterci la pila.

Una volta completato il tutto facciamo due fori per ogni pallino con la puntina da disegno e infiliamo i LED. IMPORTANTE la “gambetta” più lunga del LED deve andare verso l’alto.

Ora aprite le “gambette” dei LED e bloccatele con altro nastro di rame.

Nella pagina a fianco potete scrivere delle curiosità sulla costellazione.

Ora premete la pila piatta da 3V nel cerchio e se avete fatto tutto giusto i LED dovrebbero accendersi.

Elettronica

Li conoscete tutti? E Tycho Brahe?

Chi è Tycho Brahe? Beh, è una domanda legittima! È un astronomo danese nato a Knutstorp il 14 dicembre 1546, un paesino dell’odierna Danimarca. Veniva da due famiglie ricchissime al servizio del re. Ma viveva con suo zio che si ammalò e morì dopo essersi tuffato in un canale per salvare il re che ci era caduto.

Strano ma vero, durante i suoi studi all’università andò a casa di un professore che aveva tenuto una piccola festa e discusse con un certo tipo sul talento matematico. La cosa si concluse con un duello che costò il naso al povero Tycho. Per precisare era il 1566.

Diciamo che è stato un po’ per caso che decise di diventare un astronomo: quando vide un nuovo punto nella costellazione di Cassiopea, vide che non cambiava molto nel cielo e quindi dedusse che doveva essere molto distante. Fece anche un piccolo libro: De Stella Nova. In effetti adesso sappiamo che quel puntino luminoso era una supernova. Il termine l’ha coniato lui.

Non so se l’ho già detto, ma Keplero fu un assistente di Brahe. Keplero cercò di convincere Tycho a passare al sistema eliocentrico ma Brahe credeva nel sistema geocentrico per ragioni che non vi sto a spiegare. Se volete sentir parlare di parallassi e cose varie andatevelo a cercare per conto vostro.

Comunque nel 1572 Brahe costruì uno dei primi istituti di ricerca: Uraniborg sull’isola di Hven (c’era anche Stjerneborg, ma Uraniborg era l’istituto principale) finanziata e donata dal re di Danimarca come riconoscenza verso lo zio che gli aveva salvato la vita.

Ma con la morte di quel re nel 1578 si dovette spostare a Praga dove l’imperatore romano consentì di costruire un nuovo osservatorio-castello dove poteva continuare le sue ricerche. Questo osservatorio si chiamava Benákty e distava 50 km da Praga (città fantastica per altro, ci sono stata e sotto Natale è bellissima).

Brahe creò un compromesso tra il sistema copernicano e quello tolemaico: la Terra era immobile e il Sole girava intorno trascinandosi dietro i pianeti. Un po’ come fa la Terra con la Luna.

Inoltre spianò la strada a Keplero che lavorò anche sulle sue osservazioni. Brahe morì il 24 ottobre 1601.

Tycho Brahe

Vita? Forse sì!

Siamo vicini a trovare una vita aliena. Chiariamoci subito: non sto dicendo che troveremo strani esseri verdi e mollicci, anche se tutto è possibile.

Il fortunato pianeta è K2-18 b dove abbiamo visto che c’è vapore acqueo nell’atmosfera ed è nella fascia Goldilocks, cioè la fascia abitabile, e quindi potrebbe avere acqua allo stato liquido.

L’unico problema di questo mondo paradisiaco è la vicinanza alla sua stella che è una nana rossa molto attiva. Tutte queste radiazioni potrebbero danneggiare l’eventuale vita presente sul pianeta.

Sfortunatamente questo pianeta dista da noi 110 anni luce.

Mappe marziane

Mappe marziane
La superficie di Marte, una mappa marziana

Come potete vedere, Marte è pieno di crateri, monti e pianure proprio come la Terra! Lo dicono le Mappe marziane.

Ma molte di esse si sono formate in modo molto più brusco delle nostre: ad esempio la Mawrth Vallis si è formata in un solo giorno con una gigantesca alluvione!

Alcuni crateri sono da impatto, perché come sulla Luna, Marte non ha attività vulcanica e quindi i crateri non vengono “riparati” come sulla Terra. Su Marte il dislivello non può essere calcolato con il mare perché è noto che non ci sia. Quindi il dislivello è calcolato con la pressione, sopra i 610,5 Pascal si parla di altitudine e sotto i 610,5 si parla di depressione.

I paesaggi sono molto vari grazie all’abbondanza d’acqua di un tempo. E così possiamo distinguere letti di fiumi, monti, laghi e mari. Anche se l’acqua non c’è più possiamo vedere la roccia che è stata modellata dall’acqua e riuscire a capire molto sul passato del nostro vicino planetario.

Grazie alle mappe marziane adesso ne sappiamo di più.